martedì 8 settembre 2009

Cesare Prandelli: Un Uomo Solo Al Comando...

Ieri, leggendo l'intervista concessa da Prandelli al Corriere Fiorentino, mi sono passati davanti agli occhi i quasi cinque anni di militanza di Cesare a Firenze. Snocciolando le sue parole, mi verrebbe da affermare "Io l'avevo detto!", ma in realtà chi non l'avrebbe detto o non se lo sarebbe aspettato? All'allenatore Viola il mercato estivo di quest'anno non è proprio piaciuto, le condizioni del terreno dello Stadio e dei Campini gli piacciono ancora meno e, come lui stesso conferma, il Progetto Fiorentina è giunto ad un bivio.

Parole normali e logiche se fossero dette da un tifoso qualunque o da un comune fiorentino, ma chi le scandisce stavolta è Cesare Prandelli, una persona così amata dalla gente qui a Firenze che, se si fosse candidato alle Elezioni a Sindaco, avrebbe sicuramente sbaragliato la concorrenza a prescindere dal Partito o dall'ideale politico rappresentato.

Prandelli arriva a Firenze dopo un anno di stop forzato dovuto alla malattia che aveva colpito la moglie Manuela. Fa il suo ingresso emozionatissimo in sala stampa e riceve il primo bagno di folla dalla gente accorsa allo stadio. Non promette nulla se non lavoro, ma affascina da subito il suo essere all'antitesi di ogni fiorentino: tranquillo, equilibrato, pacato, ma deciso. Ricordo ancora quando tutto cominciò, con la squadra radunata sulla tribunetta del campo di Folgaria e ricordo nitidamente i primi allenamenti in cui Cesare faceva giocare il pallone con le mani per inculcare meglio nella testa dei giocatori i movimenti da eseguire. Quella fu la stagione di Toni, che segnò a raffica, e di un inizialmente insperato quarto posto che ci portò direttamente ai Preliminari di Champions.

Ma "Calciopoli" era in agguato e la Fiorentina, con riferimento all'annata Pre-Prandelli/Corvino, ne restò invischiata: niente Champions e partenza ad Handicap da -19! Una mazzata! Ma Cesare non ha mollato... Ha rimesso insieme i cocci ed ha fatto da garante per la squadra: "Garantisco io per i ragazzi. Da qui non scappa nessuno!". L'inizio del torneo fu terrificante! Tre partite, tre sconfitte... Alla quarta giornata, per sua stessa ammissione, Prandelli entrò nello spogliatoio e disse ai suoi giocatori: "Oggi al diavolo il bel gioco! Dobbiamo vincere e basta!". Così fu... Segnò Mutu e si vinse con un sofferto uno a zero sul Parma. Da lì comincio una cavalcata trionfale che portò i Viola dapprima ad azzerare la penalizzazione (nel frattempo ridotta a -15 n.d.r.) e poi a risalire in classifica fino ad agguantare un posto in Coppa UEFA. Aggiungendo anche i 15 punti di penalità, la Fiorentina sarebbe stata splendida terza!

L'annata successiva è quella del dopo Toni e di un mercato in tono un po' minore. Ma Cesare ed i suoi ragazzi si rimboccano le maniche e stupiscono tutti: ancora una volta quarti in Campionato ed eliminati in semifinale di Coppa UEFA dai Glasgow Rangers ai calci di rigore! Ma quella stagione, la 2007/2008, viene ricordata soprattutto perchè lunedì 26 novembre si spegne Manuela Caffi, l'amata moglie di Cesare Prandelli. L'allenatore Viola non parte con la squadra per Reggio Calabria il sabato precedente. Colica renale, dicono i medici. Invece Cesare è accanto a Manuela... In panchina ci va il fido secondo Gabriele Pin. Poi il lunedì la triste verità... Stava male da tempo Manuela... Già in estate, durante il ritiro, Cesare sussurrò ai cronisti in privato un laconico "non va bene per niente...". Molti sapevano, ma tutti tacquero per rispetto a questo grande uomo... In quel periodo, il rapporto tra Prandelli, Firenze e la Fiorentina, vive il suo picco di massimo coinvolgimento emotivo.

Il 2 dicembre all'Artemio Franchi arrivava l'Inter e Cesare, il giorno dopo i funerali della moglie, era di nuovo in tuta e scarpette a guidare la sua squadra. "Non mollare! Continua..." gli diceva spesso Manuela durante gli ultimi periodi... "Stai sereno...", con queste parole rivolte al suo fedele marito, Manuela Caffi si congedò dalla vita terrena. E Cesare non mollò... Quella domenica lo stadio era stracolmo di gente e gonfio di tristezza. Le due squadre si riscaldarono in un'atmosfera surreale. Poi, al momento di scendere in campo, quando dal sottopassaggio sbucò la testa di Cesare Prandelli, tutto il pubblico presente si unì in un interminabile applauso che lo accompagnò fino alla panchina. Quindi ci fu il canonico minuto di raccoglimento, con quasi cinquantamila persone avvolte in un silenzio tanto assordante da far venire i brividi, ed uno striscione che capeggiava in Curva Fiesole con sù scritto: "Il tempo che passa smorzerà il tuo dolore, ma se avrai bisogno di lei, alza gli occhi al cielo. La sua Stella ti guiderà per sempre e ci porterà lontano...". Dopo iniziò la partita, ma quella è tutta un'altra storia...

Io c'ero quel 2 dicembre sugli spalti: ho vissuto tutte quelle indescrivibili emozioni, ho visto Prandelli lottare orgogliosamente contro le lacrime che volevano rigargli il viso. Non pianse Cesare, ma fu un'impresa... Quel giorno vidi tanti tifosi, una città ed un uomo che si amavano con passione e con rispetto. La storia di quel finale di stagione, per me, riporterà per sempre nelle nostre menti Manuela Caffi.

Alla terz'ultima di Campionato, la Fiorentina venne infatti malamente sconfitta a Cagliari. Mutu venne espulso ed i Viola sopravanzati in classifica dal Milan. "E' finita..." pensammo tutti, io per primo. La domenica successiva il Milan andava a far visita ad un tranquillo Napoli e la Fiorentina ospitava il disperato Parma di Cuper. Le partite cominciarono... svarione difensivo dei Viola e rete del Parma: 0-1! Intanto dal tabellone luminoso dello Stadio arrivavano gli aggiornamenti... Goal del Napoli! Uno a zero sul Milan! A questo punto il pubblico cominciò a crederci ed a spingere la squadra. I giocatori si fecero trascinare e Santana pareggiò! 1-1! Si andò al riposo... La ripresa era da poco iniziata che ci aggiornò subito il tabellone luminoso: Napoli-Milan 2-0! L'Artemio Franchi diventò una polveriera! La Fiorentina iniziò a spingere in maniera forsennata! Segnò Semioli e fu l'apoteosi! Poi ancora Osvaldo! 3-1! Ed infine anche il Napoli realizzò la sua tripletta... Eravamo magicamente ed inaspettatamente di nuovo quarti! Ultimi 90 minuti di sofferenza, noi Viola a Torino contro i Granata, il Milan a San Siro contro l'Udinese.

A Torino la Fiorentina è nervosa, gioca maluccio, rischia di prender goal e soprattutto non segna. Il primo tempo finisce a reti bianche, mentre il Milan perde in casa. Va bene anche così... Inizia la seconda frazione di gioco. Per la squadra Viola è sulla stessa falsa riga della prima, il Milan invece ribalta il risultato e passa in vantaggio. Per 15 interminabili minuti siamo quinti e fuori dalla Champions! In campo la tensione si taglia a fette e la Fiorentina non sembra in grado di segnare... Poi, su un pallone malamente crossato dalla destra, Osvaldo tenta un improbabile stop di testa che gli provoca gli improperi di molti, me compreso. La palla schizza in aria e ricade giù... Osvaldo si prepara ed effettua una perfetta rovesciata. Sereni si tuffa, ma non ci arriva. Finirà fuori... No! La palla invece si insacca all'angolino e termina in rete! Siamo in Champions League!!!

Cesare Prandelli questo non lo dirà mai, ma secondo me l'ha pensato eccome... In quella rovesciata di Osvaldo c'era tutto l'Amore di Manuela per Cesare e tutto l'Amore di Cesare per Manuela. Ed è bello pensare che qualcuno, da lassù, abbia lievemente e dolcemente sfiorato quel pallone indirizzandolo dentro la porta granata... Perchè era giusto... Perchè Cesare lo meritava...

La stagione appena trascorsa invece è quella di un mercato Viola pirotecnico, di una marcia balbettante in Europa e di una squadra che comunque, nonostante qualche passaggio a vuoto, si riconferma quarta forza del Campionato Italiano.

Tutta Firenze ama Prandelli. Ognuno a modo proprio, ma è difficile, al limite dell'impossibile, trovare qualcuno che per lui provi rancore. "Cesare cambia!" dicono i fiorentini allo stadio. Oppure "Cesare dagli una mossa!" o ancora "Se Cesare ha deciso così, a me va bene.". Già... perchè Prandelli, per tutti noi fiorentini, è semplicemente Cesare. Perchè è uno di famiglia... Ce l'abbiamo sempre al fianco, lo sentiamo nominare spesso e ovunque. E' ogni volta presente nella nostra vita, ma non la invade. E quindi a noi fa piacere averlo vicino. Ha gli occhi tristi Cesare Prandelli. Ce li aveva già il primo giorno che mise piede a Firenze. Sono occhi tristi di chi ne ha viste e passate tante. Sono occhi che mantengono equilibrio, che non ti fanno esaltare facilmente, ma che ti forniscono una grande forza interiore, che ti tiene in piedi nei momenti più duri. A Cesare Firenze vorrebbe che fosse legato il Terzo Scudetto Viola: "Se non sfonda lui, non riesce nessuno..." diciamo noi tifosi Viola. E' vero... O almeno noi crediamo che sia vero.

Gli ultimi mesi sono stati forse i più duri nel rapporto Fiorentina/Prandelli e Prandelli/Della Valle. Un cambio di strategia societaria avvenuto in corsa, ha un po' rotto gli equilibri. Pantaleo Corvino, in 90 minuti di monologo davanti ai cronisti, si era prodigato nel dire che il suo tecnico approvava tutte le scelte della Società. Cesare, nella sua intervista al Corriere Fiorentino, ha garbatamente e tranquillamente spazzato via tutte queste certezze: "E' vero, bastava poco quest'anno per diventare la terza forza del campionato. Ma quel poco non è arrivato ed allora ci giochiamo con tante altre un posto dal terzo all'ottavo. della graduatoria" Parole chiare quelle di Cesare: si aspettava di più. O forse gli era stato promesso di più. Ma questa che lui chiama "Fase di transizione del Progetto" è in realtà il suo "Anno di Riconoscenza" nei confronti di una Società e di una città che gli son stati vicini nei momenti più duri. Infine, quando si parla della sua permanenza a Firenze, Cesare risponde testualmente: "Non voglio escludere nulla. Io ho fatto la scelta di rimanere a Firenze perchè convinto che questo sia un progetto vincente in un paio d'anni, ma se dovessero cambiare gli scenari, si imporrà un'attenta riflessione. Poi uno può inseguire altre ambizioni o rimanere ugualmente per amore verso una città che mi è stata vicina in momenti difficili della mia vita. Nulla è eterno, prima o poi finirà anche il rapporto professionale con la Fiorentina. Ma a questa città ed a questa gente io sarò sempre riconoscente.". Non ci gira intorno Cesare e non dobbiamo farlo nemmeno noi. Se il Progetto poggia le basi sulla Cittadella Viola, allora è impossibile aspettarsi che possa portare la Fiorentina a lottare ai vertici nei prossimi due anni. E Prandelli è un allenatore troppo bravo e troppo ambito per restare a Firenze a dispetto dei Santi.

Ma noi siamo tifosi e ci piace spesso sognare. I fatti dicono che Prandelli siede per il quinto anno consecutivo sulla panchina Viola. Per ora è nostro e noi vogliamo difenderlo, sperando che tutto cambi rispetto al quadro di oggi. Il titolo di questo post è "Cesare Prandelli: Un Uomo Solo Al Comando" ed ha un duplice significato: da un lato vuol dire che, nonostante la Società abbia grandi meriti e Corvino e la Squadra grandi potenzialità, agli occhi della città e dei tifosi è sempre e solo Cesare il Garante del Progetto. Dall'altro serve a far capire che in questo momento in cui il rapporto Società/Tifosi è un po' incrinato, l'unico collante resta lui, Cesare Prandelli. E' solo, perchè anche la Società non lo ha seguito del tutto. Ma è al comando, perchè ha una città che lo spinge a tentare ancora una volta l'impresa! Perchè se non sfonda Prandelli, probabilmente non sfonderà nessun altro...

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